Taekwondo

Nella lingua coreana il termine taekwondo si compone di tre sillabe: 

tae (“saltare e dare calci”), kwon (“colpire con il pugno”) e do (“arte”,”disciplina”,”cammino” o “via”).

Così, “taekwondo” può essere grossomodo tradotto con «l’arte dei calci e dei pugni in volo».

Talvolta il nome è trascritto anche nelle forme Tae Kwon Do, TaeKwonDo, Taekwon-Do, ed è spesso abbreviato in TKD.

La storia

STORIA DI UN’ARTE MARZIALE DALLE RADICI MILLENARIE IN CONTINUA EVOLUZIONE

Il TaekwonDo, che oggi può contare nel mondo oltre ottanta milioni di praticanti ufficiali, confermandosi come la disciplina di combattimento più diffusa del pianeta, in quanto Arte Marziale è nato con l’intento di unificare sotto un unico nome, ma soprattutto sotto una singola codifica di tecniche e metodologia di pratica, allenamento e applicazione, un’ampia serie di stili di combattimento coreani.

Questi stili furono a vario titolo, e più o meno ampiamente influenzati anche dalle arti marziali giapponesi e cinesi, a causa del contatto prolungato e profondo fra la cultura coreana e quelle di questi Paesi nel corso di diversi conflitti bellici verificatisi nel corso della prima metà del XX secolo, che comportarono anche lunghi periodi di convivenza, seppur forzata, tra le differenti popolazioni.

Nell’ultima parte del secolo scorso, tuttavia, tali influenze andarono via via diluendosi, fin quasi a scomparire, e a ridursi appena a qualche similitudine nello stile man mano che il TaekwonDo mutava drasticamente grazie all’autonomo evolversi della sua filosofia e delle sue tecniche.

Alla base di questa evoluzione, i cambiamenti tecnico applicativi fortemente voluti e messi in atto dai maestri coreani con duplice scopo: da un lato purificarsi dalle influenze straniere, facendo così del TaekwonDo un’arte marziale che riflettesse pienamente la cultura, la tradizione ed il carattere nazionale della Corea, rifacendosi anche allo spirito e al bagaglio tecnico delle antiche arti marziali autoctone; dall’altro il desiderio di staccarsi dai concetti troppo statici e rigidamente codificati delle arti marziali cino-nipponiche, troppo spesso basati su metodologie di allenamento antiquate, e che non tenevano conto degli sviluppi delle moderne scienze motorie, né dei progressi compiuti nel campo della biomeccanica del movimento e di molte altre discipline che, oggi, consentono di ottimizzare e massimizzare la resa del gesto tecnico ottenendo migliore efficacia con minore usura degli apparati e consentendo un a migliore e più salutare pratica per un più prolungato periodo di tempo.

Ovviamente tale evoluzione del TaekwonDo non richiese poco tempo, né avvenne senza confronti molto accesi fra i fautori di diversi stili e discipline che contribuirono a plasmare quello che poi sarebbe stato l’embrione del TKD come noi oggi lo conosciamo. Si arrivò, ad un certo punto, a vere e proprie discordie interne tra i primi codificatori. Per comprendere pienamente le circostanze che ruotano attorno alla nascita di questa arte marziale bisogna seguire l’evoluzione e la diffusione di diverse arti marziali coreane e straniere in epoca moderna e contemporanea. Appare ovvio, infatti, che alcune tecniche del TaekwonDo, soprattutto di base, possano rivelare alcune sue affinità con quelle di altre arti marziali come il Tang Soo Do, il Karate, il Kempo e l’Hapkido.

Le prime arti marziali coreane videro la luce durante il Periodo dei Tre Regni ׃ Koguryo, Silla e Paekche che va dal 18 avanti Cristo al 668 dopo Cristo. In questo lasso di tempo infatti, che segna una sorta di “era dell’oro” della cultura coreana antica e medioevale, l’arte, la politica, l’architettura, le arti marziali e militari fiorirono nella penisola, alimentate da un intenso studio e sviluppo, continuando ad assorbire influenze della Cina, anche se costantemente interpretandole secondo la mentalità coreana.

In questo periodo videro il proprio sviluppo diverse discipline marziali coreane, un florilegio di stili diversi che venivano identificati con varie denominazioni.

Tra questi si distinsero Su Bak, Tae Kyon, Kag Ju, Kung Sa, Ki Ma Sa Bop, Tan Gom Sul, Kom Sul Bop e Su Yong Bop.

Non si trattava di vere e proprie arti marziali, con una propria codifica e pratica diffuse in maniera organica, quanto di metodologie locali e di tradizione e trasmissione limitata. Tuttavia, nell’ambito dei relativamente limitati scambi culturali dell’epoca, e considerata la propensione a reputare una certa qual “supremazia” del proprio metodo locale da parte delle scuole di tradizione familiare o locale, per un lungo periodo queste furono considerate alla stregua di arti marziali vere e proprie, e come tali ne è stato tramandato un certo ricordo.

Negli anni che seguirono le arti marziali coreane passarono attraverso periodi di ascesa e declino sotto l’influenza del clima politico e dei bisogni delle persone.

Prima del 1400 si svilupparono vari sistemi di combattimento “a mani nude” che furono le radici delle arti marziali coreane. Ognuna esplorò e sviluppò parte delle infinite possibilità ed evenienze del combattimento. Molte delle idee filosofiche e delle tecniche marziali alla base di questi sistemi sarebbero poi divenute parte integrante nel TaekwonDo e di altre arti marziali coreane “moderne”.

Tra il 1890 ed il 1945 la Corea fu coinvolta in diversi conflitti con il Giappone e la Cina. Fu proprio in questo periodo che molti coreani impararono le arti marziali di questi Paesi. Inevitabilmente il bagaglio tecnico proveniente dagli stili di combattimento sino-nipponici iniziò quindi a fondersi con quello delle scuole tradizionali di origine coreana. Il risultato fu che tecniche, metodologie e stili stranieri vennero a integrarsi con quelli autoctoni, in molti casi dando vita ad evoluzioni di sicuro interesse ed efficacia che furono le fondamenta di arti marziali coreane dell’epoca moderna.

Nel 1945 la Seconda Guerra Mondiale ebbe termine, e la Corea, seppur non senza difficoltosi passaggi, riguadagnò la sua indipendenza dal Giappone. Molti maestri coreani che, durante i periodi di occupazione, avevano vissuto in Cina ed in Giappone poterono così tornare in patria, portando con loro il bagaglio culturale e tecnico delle arti marziali imparate in questi Paesi, ovviamente arricchito dalle proprie esperienze personali e dallo sviluppo che, come sempre accade, ogni Maestro riesce a dare alla propria arte, facendo della disciplina praticata una “cosa viva” in continua evoluzione.

Il dopoguerra fu quindi un periodo molto fertile per le arti marziali coreane, e molte di queste che erano state tenute in vita e praticate in segreto per anni furono riscoperte e rese pubbliche.

A prescindere dalle varie teorie interpretative, comunque, resta il fatto che gli stili “precursori”, furono molto praticati tra il 1944 ed il 1955. Proprio durante questi anni molti maestri fondarono in Corea le proprie scuole, chiamate “Kwan”, ognuna con il proprio stile originale di combattimento, con la propria filosofia di base, con i propri metodi di allenamento.

La parola “Kwan”, in realtà, originariamente identifica l’edificio o comunque il luogo dell’allenamento e della pratica di una ttività. Estensivamente, nell’ambito delle arti marziali coreane, identifica dunque la scuola o il “clan” (inteso in senso culturalmente positivo e familiare) di praticanti di arti marziali che seguono il medesimo stile e/o lo stesso caposcuola.

Alcune di queste scuole, citate in ordine cronologico di fondazione sono:

▪ Ch’ong Do Kwan (Scuola dell’Onda Blu) fondata nel 1944 da Won-Kuk Lee, dove si praticava lo stile Tang Soo Do;

▪ Song Moo Kwan (Scuola dell’Albero di Pino) fondata nel 1944 da Byong-Jik Ro, che adottò un insegnamento che comprendeva gli stili Tang Soo Do e Kong Soo Do;

▪ Mu Dok Kwan (Scuola della Virtù Marziale) fondata nel 1945 da Kee Hwang, anch’essa dedita allo stile Tang Soo Do;

▪ Ch’ang Mu Kwan (Scuola dello Sviluppo Marziale) fondata nel 1946 da Byong-In Yun, che si fondò sugli stili Kwon Bop e Kong Soo Do;

▪ Yon Mu Kwan (Scuola Marziale Yon) fondata nel 1946 da Sang-Sop Chon, pure questa dedita agli stili Kwon Bop e Kong Soo Do.

Queste prime cinque scuole nacquero tra la fine della Seconda Guerra Mondiale, con la liberazione della Corea, e l’inizio della Guerra di Corea (1950-1953). Durante questo conflitto ci fu un primo tentativo di unificare i vari stili in un’unica arte marziale, ma il progetto fallì. C’erano ancora troppi individualismi e troppa conflittualità fra i Kwan, e si tendeva a voler conservare molto gelosamente la propria identità. Il timore di venire spersonalizzati e di perdere la propria tradizione e la propria indipendenza furono di ostacolo alla riunificazione.

Così, alla fine della guerra, non solo i primi cinque Kwan erano ancora organismi separati e a volte “distanti”, ma alle scuole già esistenti se ne aggiunsero altre, spesso derivanti dalle prime.

In realtà una prima significativa svolta nella storia delle arti marziali coreane moderne si era avuta nell’Aprile del 1955, quando ci fu un importante incontro tra i più importanti maestri, storici e leader politici del Paese, subito dopo la conclusione della Guerra di Corea. Fu durante questo evento che si decise finalmente quale sarebbe stato il nome della nuova arte marziale coreana nata dall’unificazione dei vari stili׃ TaekwonDo.

Vari furono i motivi che portarono alla scelta di tale denominazione׃ le sue qualità descrittive sintetiche ma esaustive; la sua similarità fonetica con il nome del Tae Kyon; e inoltre il fatto che ispirava un senso di nazionalismo e di orgoglio culturale, sentimenti molto sentiti dalla popolazione coreana.

Da quel momento in poi la maggior parte delle scuole adottò questo nome per definire la propria arte marziale, e solo poche decisero di continuare a mantenere il nome di origine.

Tuttavia, anche dopo la nascita ufficiale del TaekwonDo le rivalità tra le varie scuole non cessarono del tutto. In vario modo, seppur più “diplomatico” e meno conflittuale, alcuni attriti continuarono fino a tutti gli anni ’60.

Due delle Associazioni dominanti in quel periodo erano la Korea TaekwonDo Association (KTA) e la International TaekwonDo Federation (ITF).

Nel 1972 il Generale Hong-Hi Choi, fondatore dell’ITF (e prima ancora dell’O Do Kwan, e già leader onorario del Ch’ong Do Kwan) lasciò la Corea del Sud e stabilì la sede della federazione a Toronto, in Canada.

Nel 1973 venne fondata una nuova federazione׃ la World TaekwonDo Federation (WTF) al cui vertice fu scelto Un-Yong Kim.

Dalla fine del 1978 in poi il nome TaekwonDo entrò comunemente in uso in tutto il mondo e lo stile WTF (che ai nostri giorni ha preso la denominazione abbreviata WT) divenne uno dei maggiori praticati in Corea. Molti maestri, alla fine degli anni ’70, emigrarono in altri Paesi diffondendo la pratica di questa arte marziale a livello globale.

L’8 gennaio del 1977, nove delle più grandi Scuole di TKD, tra le quali la più prestigiosa era il Song Moo Kwan, si unirono fondando il Kukkiwon e riconoscendolo come Organo preposto al riconoscimento dei vari gradi (DAN) del Taekwondo.

Durante gli anni ’80 e ’90 il TaekwonDo crebbe molto come “Sport” soprattutto grazie agli sforzi della WTF. Nel 1988, in occasione delle Olimpiadi di Seoul, ovviamente su fortissimo impulso del governo sudcoreano, fece la sua comparsa nel novero delle discipline a cinque cerchi come Sport dimostrativo. Così fu anche per l’edizione successiva di Barcellona. Nel 2000, nelle Olimpiadi di Sydney divenne una disciplina olimpica ufficiale.

Ancora oggi il TaekwonDo non è unificato sotto un’unica federazione internazionale. L’organizzazione più rappresentata nel mondo è, ad oggi, la WT (già WTF) che propone ai suoi praticanti il TaekwonDo dal puro punto di vista sportivo, evolvendo e modificando tecniche e tattiche in base al regolamento di gara e tralasciando lo studio della difesa personale, delle forme e degli aspetti fondamentali che caratterizzano le vere arti marziali, tanto da non poter considerare più questo stile di TaekwonDo come una era espressione marziale, ma meramente agonistico-sportiva, ingabbiata dalle norme che disciplinano la competizione e limitata al quasi esclusivo uso di un limitatissimo numero di tecniche, talvolta snaturate per il conseguimento del “punto” a discapito di una reale efficacia.

L’ITF a seguito della morte del proprio fondatore, il generale Choi Hong Hi, nel 2002 si è scissa in svariate organizzazioni, soprattutto a causa di attriti interni tra alcuni suoi leader, che puntavano alla direzione della federazione nell’ambito della “successione” al capostipite. Queste organizzazioni praticano un TaekwonDo vicino a quello tradizionale, ma che per stessa definizione del fondatore è un TaekwonDo Moderno, volto spesso in maniera marcata al lato sportivo. Da sottolineare che anche l’ITF, volendosi votare all’aspetto sportivo nell’ottica di una maggiore diffusione, provò ad accedere alle Olimpiadi perdendo la sfida con la WTF per motivi puramente politici.

Tuttavia esistono ancora diverse organizzazioni che praticano il TaekwonDo così come originariamente è stato pensato, coltivandone radici, fondamenti filosofici, applicazioni reali, e ogni aspetto fondamentale, con grande enfasi non solo sul combattimento agonistico, ma anche sulla pratica delle forme della difesa personale. Il tutto nell’ottica i dare ai propri praticanti l’opportunità di apprendere e coltivare una arte marziale vera e propria e non solo una attività finalizzata ad essere “sfruttata” come Sport Olimpico.

Il Song Moo Kwan è una di queste.